La questione dell’interdizione pitagorica delle fave non costituisce certamente un grosso problema di filosofia e neppure di storia della filosofia, ma soltanto un problema ben circoscritto che desta per altro vivo interesse in una cerchia abbastanza larga di studiosi, meravigliati ed incuriositi nel constatare che anche a proposito di un argomento così preciso e ristretto gli specialisti del pitagoreismo non siano in grado di pervenire ad una conclusione concorde e soddisfacente. Augusto Rostagni nel suo Il Verbo di Pitagora si limita ad accennare alla “spinosa questione delle fave” (A. Rostagni, Il Verbo di Pitagora, Torino, 1924, p. 121, nota), e non dice altro.Se ne occupano invece, ma senza poter giungere ad alcuna conclusione: Chaignet (Anthelme Édouard Chaignet, Pythagore et la Philosophie pythagoricienne, Paris, 1874, 2ª ed.) ed il Delatte (Armand Delatte, Études sur la Littérature Pythagoricienne, Paris, 1915).