LA TRADIZIONE HERMETICA

Giuliano Kremmerz e la Schola Italica

SITO INDIPENDENTE DEDICATO ALLA RICERCA E ALLA CONOSCENZA DISINTERESSATE DELLA VERITA' INIZIATICA

LA TRADIZIONE HERMETICA

Chiesa, religione e Occultismo - Kremmerz, a cura di Or

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Leggiamo ne L’écho de Paris (n. 5070, 13 aprile 1898):[1]

«All’Arcivescovado di Parigi regna grande preoccupazione circa gli ecclesiastici che s’interessano di scienze occulte, tanto che si propone di proibire loro recisamente lo immischiarsi in qualunque discussione riferentesi allo studio dei fenomeni psichici. Non è inutile osservare che il canonico Brettes, come pure Monsignore Méric, entrambi appassionati dei misteri dell’al-di-là, si mantengono del tutto nella tradizione ecclesiastica. In tutti i tempi, i preti si occuparono di cabbala, di satanismo e di magia.

Appunto nelle chiese si reclutavano al medio evo i più ferventi discepoli dell’alchimia, e nei tempi nostri uno dei più distinti cabbalisti fu l’abbate Constant Louis, il quale pubblicò molti importanti scritti sotto lo pseudonimo di Éliphas Lévi.

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La Fisiologia occulta nell’Antica Medicina Egizia – Viviana Donato

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I Neter e le sette forze direttrici della Vita

La mentalità posseduta dagli antichi era ben diversa da quella attuale. Il loro processo conoscitivo differiva dal nostro sostanzialmente grazie ad un “terzo elemento” presente nel loro sistema di ragionamento: l’analogia. Il pensiero aristotelico, padre dell’attuale cultura, comprende, diciamo, due postulati base: la deduzione, ovvero osservo dei fenomeni e ne deduco delle leggi, e l’induzione, cioè conosco delle leggi e “prevedo” i relativi fenomeni. Gli antichi vi aggiungevano quella che potremmo definire “una terza dimensione del pensiero”, l’analogia, quell’”identità occulta” che sottostà a fenomeni estremamente diversi, che per logica non si possono imparentare tra di loro, ma che analogicamente sono affini, perché relativi ad una medesima funzione universale, ad un determinato Archetipo:

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Occasus Sanguinis – Julianus

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Julianus aveva, ormai da lunghi anni, abbandonato il tempio di Marte Ultore, a Roma. Si era congedato dal suo anziano mentore, dal momento che, essendo ancora vigoroso nel corpo e nella mente, aveva deciso di servire il Nume Gradivo, lasciandosi alle spalle l’afflato di un mundus, fatto di pilastri di marmo e di verba misteriosi. Il Dio si nutriva delle energie psichiche dei propri sacerdoti che, con la forza delle loro invocazioni veicolavano l’azione divina pro salute Urbis. In lunghi anni di esercizio, Julianus aveva conquistato tutte le chiavi cerimoniali che aprivano i Cieli Arcani. Tuttavia, egli aveva compreso che il Dio amava gli esseri erranti e che la parola separata dall’azione concreta, poco o nulla poteva contro le forze delle Tenebre.

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La Filosofia Ermetica e il Simbolismo Mitologico – Dom Pernety

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Giuseppe Antonio Pernety (nato a Roannes nel 1716, morto a Valenza nel Delfinato nel 1801), benedettino della Congregazione di S. Maura e Cappellano alla corte di Federico il Grande, è stato uno dei più documentati e più chiari commentatori della filosofia ermetica. Egli scrisse «Les fables egyptiennes et grecques devoilées» (Ed. Bruche T.  Parigi, 1758, 2 Voll., in 12°) ed un «Dictionnaire myto-hermetique» Parigi,1787) che fa testo. Le Fables furono in parte tradotte da Giacomo Catinella a Bari e pubblicate da Laterza e Polo nel 1935. Lo scritto che qui si pubblica, è la prefazione alle Favole; di altissimo interesse e di grande chiarezza, mostra che tra i maestri dell'arte erano anche e non pochi i sacerdoti di (ahimè!) nostra Santa Madre Romana Chiesa, che conoscevano  la musica più lunga della litania. 

La filosofia considerata in generale è nata con il mondo dappoiché in ogni tempo gli uomini hanno pensato, meditato; in ogni tempo il magnifico spettacolo dell'Universo ha dovuto colpirli di ammirazione e acuire la loro curiosità naturale. Nato per la società, l'uomo ha cercato i mezzi per viverci gradevolmente e con soddisfazione; il buonsenso, l'umanità, la modestia, la gentilezza dei costumi, l'amore di questa società hanno dovuto certo costituire l'oggetto della sua attenzione. 

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LA TERAPEUTICA DI KREMMERZ FUNZIONA ANCORA? - Thread originale 2012-13 - Parte quattordicesima

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Zan. 25/4/2013: A parte il refuso in cui incorre anche lei, (“questi non sospese né Ricciardelli né Manzi dalle alte cariche nella Myriam”) la sua arringa è, nei confronti del kremmerz, priva di prove, e faziosa. Lei dà per scontato che kremmerz fosse colpevole. Sembra anzi che ne provi gioia, come se buttando fango su di lui lei si liberasse di un personale nemico. Ma chi le dice invece che se Ricciardelli fosse entrato nell’Ordine non avrebbe potuto dare di più ancora? Chi le dice che oltre la quota iniziale per entrare non ve ne fossero altre di cui lei non è a conoscenza? E chi le dice che non fosse possibile, come accade per i Gesuiti, donare ogni cosa all’Ordine stesso? La tesi che non voleva sporcarsi le mani non regge, perché comunque scoperto l’inganno ne avrebbe risposto Borracci e da questi si sarebbe potuto risalire a lui. D’altra parte la giustizia non l’ha ritenuto responsabile e questo basta, non essendo lei sicuramente né il giudice né il PM della questione, nella stessa misura in cui io non ne sono l’avvocato difensore. Comunque, per mera curiosità, mi informerò meglio sul caso e ne studierò ogni particolare soprattutto per capire cos’è che tanto la infastidisce del personaggio del Kremmerz tanto da farle perdere continuamente le staffe nei confronti di chiunque ne parli più o meno a favore.

D&G 25/4: Le sue argomentiazioni sono risibili e non sono in grado di spiegare perchè Kremmerz informato dal Ricciardelli della truffa subita dal suo parente Borracci, nonchè ufficiale di collegamento con tutti i Myriamici e Osiridei rimasti in Italia, non venne immediatamente sopeso per indegnità e radiato per truffa ai danni di aspiranti discepoli attività incompatibile con qualsiasi associazione onorevole, come ci si sarebbe dovuto attendere senza troppi dubbi. 

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