LA TRADIZIONE HERMETICA

Giuliano Kremmerz e la Schola Italica

SITO INDIPENDENTE DEDICATO ALLA RICERCA E ALLA CONOSCENZA DISINTERESSATE DELLA VERITA' INIZIATICA

LA TRADIZIONE HERMETICA

Del Segreto Iniziatico – René Guénon

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Sebbene abbiamo già indicato qual è la natura essenziale del segreto iniziatico[1], dobbiamo portare ulteriori precisazioni in proposito, allo scopo di distinguerlo, senza possibilità di equi­voci, da tutti gli altri generi di segreti più o meno esteriori che s’incontrano nelle molteplici organizzazioni che, per questa ragione, sono dette “segrete” nel senso più generale. Abbiamo detto, infatti, che questa designazione, per noi, significa unicamente che tali organizzazioni pos­siedono un segreto, qualunque ne sia la natura, e anche che, secondo il fine che esse si propon­gono, questo segreto può naturalmente vertere sulle cose più diverse e assumere le forme più svariate; ma, in tutti i casi, qualunque segreto che non sia il segreto propriamente iniziatico ha sempre un carattere convenzionale; con ciò intendiamo dire che non è tale se non in virtù di una convenzione più o meno esplicita, e non per la natura stessa delle cose. 

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Istruzioni per il Discepolo Integrale

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Non più Novizio ma Discepolo. I digiuni devono praticarsi nelle quattro fasi lunari e nelle vigilie dei sabati. Si consigliano a tutti i Discepoli. Prepararsi gradualmente: la prima volta (primo mese), oltre il normale digiuno di Luna Nuova, osservare il digiuno anche nel giorno in cui avviene la fase del Primo Quarto; nel mese successivo, aggiungere a questo la Luna Piena, e nel mese successivo ancora, aggiungere infine l’Ultimo Quarto. La stessa regola vale altresì per i digiuni della vigilia di sabato: iniziare con un digiuno di vigilia di sabato al mese, per poi giungere gradualmente fino a quattro. Iniziare questa fase di digiuni dopo essersi abituato a compiere i digiuni lunari, fino al punto in cui si potranno osservare entrambi contemporaneamente e completi. Nei lunari il digiuno inizia un'ora prima la fase e dura 28 ore: un solo pasto con cibi semplicissimi e possibilmente non cotti (zuppa di latte o pane e acqua o pane e frutta).

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L’uso dei Carmi in Magia – G. Kremmerz

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Ogni fratello ascritto alla nostra Scuola rappresenta un numero, un anello della catena, la quale altro non è che la concatenazione di numeri, di più individui. Tale catena diventa terapeutica per volontà ed unicità degli scopi a cui mirano tutti i suoi componenti. Vi sono parecchi metodi per sviluppare se stesso allo scopo di portare l'aiuto richiesto ad un infermo. Uno di questi metodi è il seguente:

"Chi vuole chiamare a sé la corrente terapeutica della catena, deve, anzitutto, comprendere il valore dei cosidetti Carmi. All'uopo diremo che in Magia si usano formule antichissime che sono passate, con la tradizione orale, da generazione a generazione, sotto forma di  scongiuri. Detti scongiuri sono costituiti da brevi cantici, da strofette composte di parole che, deformate dal lungo uso e dalle lunghe tradizioni orali, sono giunte a noi come parole che non appartengono a nessuna lingua. Questi "scongiuri" sono appunto i Carmi di cui parliamo, e sono destinati all'evocazione di forze che sono presso di noi, ossia di forze magnetiche individuali che, si direbbe quasi, allungano i loro tentacoli verso la corrente magnetica della catena alla quale si attaccano.

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Tradizione massonica, esoterismo e cabala – G. Moggia

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Diversi sono i Riti massonici, come diverso è il numero dei gradi che ciascuno di essi comprende. Il più diffuso e più universalmente conosciuto è il Rito Scozzese Antico ed Accettato in 33 gradi. Poiché le fonti sono comuni, e la storia unica nel suo complesso, qualunque siano i riti che si vogliano prendere in considerazione, trovano le loro corrispondenze ed equivalenze in quello Scozzese. Antico e Nuovo testamento sono stati ampiamente usati nella compilazione dei rituali dei singoli gradi ed i simboli ed i numeri, le parole Sacre e di passo, quasi sempre ebraiche, sono numerose. Una fraseologia convenzionale viene man mano insegnata agli Adepti, sulla base di un simbolismo intelligente e non disdicevole. 

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Ereticamente intervista Stefano Mayorca - a cura di Luca Valentini

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- Lei è conosciuto in vari ambiti della cultura esoterica, ma anche della produzione artistica: che legame crede ci sia tra Ermetismo ed Arte?

L’arte ha rappresentato e rappresenta tuttora uno strumento in grado di penetrare nelle profondità della psiche, nell’intimo del nostro “essere” nascosto. Dipingere significa scavare nei recessi dell’anima, vuol dire ricercare l’intima identità che ci può aiutare a scandagliare la nostra vera natura. L’arte pittorica è un catalizzatore che richiama le “forze” dormienti in noi consentendo il risveglio del “Genius”, il Dio interiore o Maestro occultato. In questo senso è parte integrante della magia operativa e dell’alchimia, basti pensare ai numerosi simboli dipinti in cui sono sigillati fasi e processi operativi. Nell’incisione del grande artista Albrecht Dürer, Melancolia (o Melencolia= malinconia) è rappresentata una delle fasi più importanti dell’alchimia, la temibile Nigredo, che in termini iniziatici configura la morte della materia vile. 

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