“..il cristianesimo si presenta come una forma disperata di dionisismo.
Formatosi essenzialmente in vista di un tipo umano spezzato,
esso fece leva sulla parte irrazionale dell’essere
e al luogo delle vie dell’elevazione <<eroica>>, sapienziale ed iniziatica,
pose come organo fondamentale la fede.“
(J. E., Rivolta contro il mondo moderno, in Sincope della Tradizione Occidentale)
Nel presente articolo, per i lettori di EreticaMente, proseguiamo nella nostra analisi del pensiero evoliano, cercando di depurarlo da interpretazioni poco affini con quanto realmente espresso dal Barone e dalle numerose appropriazioni indebite da esso subito. Dopo aver chiarito quale fosse, quale sia la reale relazione – di estrema distanza – dell’ermeneutica evoliana rispetto alla realtà latomistica, ci accingiamo, in questa analisi, a constatare quanto una medesima distanza sia esistita nella personalità, esista nelle opere, rispetto alla religione cristiana, nella sua formulazione cattolica, così come manifestatasi in Occidente.