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Massime di Scienza Iniziatica, di Amedeo Armentano - Commenti di Arturo Reghini

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Iniziamo con questo numero di «Atanòr» la pubblicazione di alcune Massime di Scienza Iniziatica d Amedeo Armentano. Una parte di esse hanno già veduto la luce in alcuni numeri del «Mondo Occulto»; e noi ringraziamo la rivista consorella per averci accordato il permesso alla loro ristampa. Altre, per esempio la prima, che pubblichiamo in questo numero, rimaste sin ora inedite, le aggiungeremo alle prime. Nel «Mondo Occulto», queste massime comparvero prive di qualsiasi commento; con il quale invece ci è qui sembrato opportuno accompagnarle per rendere più accessibile il senso ed il nesso del testo non sempre facilmente e sicuramente comprensibile nella sua magistrale concisa espressione. Al Maestro ed ai lettori chiediamo venia degli eventuali errori di interpretazione e commento; la buona intenzione di porgere agli assetati di scienza la pura e fresca acqua sorgiva ci spinge ad affrontare un compito che eccede, forse, le nostre forze.

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L'Astrale Nero - M. Daffi (R. Ricciardelli)

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Assunto il Mondo come ternario, esso è raffigurabile vuoi sotto forma triangolare, vuoi sotto forma circolare. Raffigurato da tre cerchi o gironi, al centro è l'ESSERE con le sue corrispondenze di Monade, di essere storico nel suo aspetto positivo, con tutte, cioè, le qualifiche caratteristiche anche profonde. Attorno all'essere storico o attuale, sta il piano Astrale Nero, od oscuro, piano delle passioni, al tempo stesso Oceano della reincarnazione (in senso umanimale) corrispondente al Samsara, ai fiumi infernali e — come piano — al Piano Infero, inteso in senso lato e non solo in senso di Locus Infernalis. Nella più ampia accezione, l'Inferno è uno dei tanti piani inferi: il piano ove si soffre, ove non v’è visione di Dio, come stato divino. E questo, purtroppo, avviene proprio nello stesso campo iniziatico, potendo andare agli inferi in vita e conseguentemente in morte e dopo, nella novella vita, quell'iniziato che, preso dal più pericoloso sbarramento all'ascenso, dall'orgoglio, dal senso della sufficienza, dal potere sugli altri, dalla illusione di essere ormai arrivato, dimentica che l'integrazione è eterna auto-creazione e come tale continuo superamento di prove, se pur via via più sottili. 

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Kremmerz: lettere alla figlia - Seconda parte

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10a lettera (Alla figlia)

9 febbraio 1920

(Parlando del nipote Pasquale, venuto ai mondo sulla fine del 1919) ... questo secondo figlio non è della nostra né della famiglia di suo padre. Se sviluppa, è un'intelligenza di prim'ordine, ma tale un ribelle che la sua vita e il suo avvenire diventeranno storici; sarà un rivoluzionario di primissimo ordine, specie se la sua venuta risponde ad una piccola missione sconvolgente. Tra lui e il fratello vi è un abisso come carattere, come indole, come energia, come azione. Che la mamma ne sia persuasa e preparata. Mi si dice che è nato un po' gracile, ma diventerà forte e resistente, e di tale coraggio civile che farà paura e incuterà terrore, dove si mette ad agire deciso e di fronte. Costui non si ammoglierà (Beato lui) e la donna non agirà su di lui come fattore di tolleranza e come impedimento. Passerà di sopra anche all'affetto paterno e materno appena avrà delineato il suo carattere di battaglia che sarà tra i 18 e i 20 anni. 

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Giuliano Kremmerz: sui pregiudizi della moderna filosofia - A cura di Or

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Quasi non bastasse alla filosofia occulta la guerra spietata dei preti ignoranti e di poca fede, anche i filosofi che più hanno ascendente sulla gioventù studiosa gittano la loro pietra.

Nella Nuovissima Antologia Italiana (febbraio 1898) trovo pubblicato il sunto della prolusione di Giovanni Bovio intorno ai pregiudizi, fatta all’Università Napoletana.

Io credo che il pensiero dell’illustre uomo sia stato in molti punti tradito dal reporter; perché, se questo non fosse, io non saprei giustificare come un uomo di tanta fama abbia messo in luce delle opinioni tanto poco in armonia col progresso della scienza sperimentale moderna. 

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Kremmerz: lettere alla figlia - di A. Anglisani - Prima parte

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Stralci di alcune lettere scritte dal Kremmerz alla figlia e al genero
Prima parte

1a (Alla figlia) - 10 novembre 1911

...Della mia salute non preoccuparti. Sono io che mi preoccupo di voi tre, perché mi comincia a vincere tale una stanchezza morale che mi sento invecchiato di altri cinquant'anni. Abbi fede, prega Dio, prega sempre Dio. Egli può tutto. Egli tutto dà e tutto toglie. Egli è il padrone della pace e del dolore. Non aprire mai la bocca per maledire e perdona sempre, perché tutti abbiamo a nostra volta da essere perdonati di qualche cosa. Studia il più e il meglio che puoi: nella intelligenza delle cose del mondo spesso si trova la fonte di quella filosofia che ci fa disprezzare il martirio e ritrovare nel dolore la pace... 

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