Caro Amico, la radice della parola "amico" è la stessa della parola "amore”. E con amore ti parlo. Ormai è tempo che ti conduca al cospetto delle cose difficili. Se avrai assorbito e reso parte di te tutto ciò che ti ho scritto, sei pronto ad intendermi, sia pure con le limitazioni espressive che le nostre argomentazioni comportano; se invece, non hai percepito il senso occulto delle mie parole, ogni cosa che ancora ti dirò resterà semplice vaniloquio. L'Amore. Quello che "move il cielo e l'altre stelle" è magnetismo. È forza, è lievito di vita. È il potenziale che si tramuta in atto nelle diverse manifestazioni che la natura richiede per affermare la propria sopravvivenza.
Mantiene in stato di perfetto equilibrio i pianeti nello spazio e, per l’occasione, è forza equilibrante nelle opposte direzioni: centripeta e centrifuga, attrattiva e repulsiva.
Il vuoto che attrae il pieno, il concavo il convesso, e viceversa, sono espressioni di forza d'amore. Le serpi avviticchiate intorno al caduceo di Mercurio trovansi costantemente in uno stato di equilibrio d'amore (simbolo galenico adottato dalla farmacopea per raffigurare la salute fisica).
La natura, obbediente alle leggi che presiedono al processo di sviluppo di tutta la materia esistente, l’evoluzione che, nel suo continuo divenire, incontra anche l'accidentalità della pausa o addirittura dell'involuzione, posseggono un elemento propulsore che si manifesta con forza d'amore. La stessa scelta fra il bene ed il male, nella sua componente dinamica, cioè vibratoria, è pregna di un fatto d'amore.
La vita, la morte, la trasformazione, il ritorno per assonanza di vibrazioni tra un'essenza preesistente ed un utero, sono manifestazioni di una legge che trae origine da un'unica fonte: l'amore. Il processo unitivo che evoca in te il richiamo a stati di essere sempre più perfetti, le tenebre che chiamano la luce, il caduco che aspira all'Assoluto, l'Uno al Tutto, la materia che tende a diventare energia attraverso la sublimazione di se stessa, ogni manifestazione del moto continuo della materia, obbediscono ad una legge che custodisce i segreti dell'universo e che è legge d'amore.
Tu, dunque, non potrai mai sottrarti a questa legge d'amore, perché tutto l'universo ne è pregno, né ti è data la possibilità di occultarti nel non esistente. Ed ora veniamo all'amore umano, quello che più si presta al connubio con la volontà, cioè alla capacità di controllo e di orientazione di questa forza cosmica.
L'uomo conosce tante specie di amore (che sono, poi, manifestazioni esteriori di un potenziale unico) quante gliene hanno inculcate le religioni, i costumi, la morale corrente, l'abitudine a vivere in comunità organizzate. L'amore vissuto più intensamente, l’amore gestito con maggior compiacimento è l'amore fisico, con tutti i corollari, incentivanti o inibenti, che il suo concetto comporta.
L'ostacolo costante per l'ermetista, cioè per colui che analizza le proprie manifestazioni, che vuol controllare gli impulsi, vuol canalizzare la forza che immediatamente è finalizzata al piacere fisico (e alla procreazione) è rappresentato dal diverso modo di intendere l'amore, che resta sempre un eterno scoglio sul quale i migliori propositi hanno fatto naufragio.
Kremmerz, per dimostrarti quanto sia difficile intendere, per l'uomo comune, l'amore, ti scrive:
"Tu non sai che sia Amore. Conosci l'amore della madre, conosci l'amore della donna che concupisci, conosci l'amore dell'isterismo religioso. Non conosci l'Amore che unisce due anime senza desideri, senza eccezioni, senza particolarismi, senza interesse e che nel tempo stesso vivano dello stesso desiderio, dello stesso particolarismo, del medesimo interesse, in una comunione di bene profondo, dove nessun'ombra è possibile".
Intanto il concetto di amore fisico puoi intenderlo per intero solo se lo riporti al suo opposto, quello di astinenza o di castità. Parliamo per poco della castità. È noto che l'elaborazione dello sperma è funzione nervosa, cioè la distillazione del liquido seminale o semenza di vita è eseguita dall'organismo per azione dei centri nervosi. Lo stato di eccitazione nervosa erotica riattiva la distillazione rifornendo i vasi spermatici del seme già emesso in una precedente eiaculazione. Fisiologicamente l'emissione dello sperma produce una denutrizione nervosa, che genera bisogno di riposo e di sonno. Lo stato di castità, invece, produce un riassorbimento del seme elaborato e non emesso, il quale, quindi, costituirà una nutrizione nervosa e quindi psichica. L'atto coitale, dunque, comporta una perdita di energia psichica e fisica. Però nell'atto coitale avviene una compenetrazione delle parti sensibili dei due coitanti, ed uno scambio attivissimo proprio nell'istante della pollluzione; sicché, se da una parte si verifica il parziale recupero delle perdite subite nell'atto, per contro si corre il rischio di impestature fluidiche da contatto con elemento impuro. Comunemente, però, non è richiedibile lo stato di castità in chi si avvia su questi sentieri esplorando nelle ripercussioni dell'ultrasensibile, in chi cioè non è ancora pervenuto ad uno stato dí autonutrizione configurabile con la scelta di un sacerdozio laico. A te, dunque, mi rivolgo. A te che non sei riuscito a cancellare (per apollinea inappetenza e non per macerante privazione) la necessità del complemento, la schiavitù della forma, in te e fuori di te. Scendiamo al pratico. Il coito umano si differenzia da quello animale per quel tanto di partecipazione psichica che chiami in causa la parte più evanescente di te: le idee, i sentimenti, le sensazioni, i pensieri.
Durante l'amplesso, dunque, quando l'universo scintilla in te, nello stato di oblio nel quale i sensi fisici dedicano alla natura il cantico della materia che celebra il suo rito di eternizzazione, nel mentre il tuo corpo vibra ed ogni altro senso è sopito, quali pensieri agitano la tua mente, ossia il tuo meus-ens, il tuo ente interiore?
L'amplesso inteso come donazione d'amore, mi dici, riscatta ed esalta parti elevate del tuo Io. È teoria. E quel tanto di verità è opera della natura, non tua... Quante volte hai vibrato perché la tua parte fisica trovavasi in condizioni di fornire risposte più pronte ed esaurienti alla tua ricerca di piacere? Quante volte i tuoi "giochi d'amore" sono serviti solo a dar maggior gloria ai genitali, e invece gabellati come carezze d'amore? Quante volte uno stato esaltativo dovuto ad agenti esterni (alcool, benessere fisico, predisposizione psichica) ha contribuito a darti un totale stato di appagamento al quale il "partner" è rimasto estraneo? Tutto ciò per tacere delle volte in cui il tuo processo immaginativo è stato invaso da altre forme muliebri e hai copulato con un'immagine anziché una forma concreta, realizzando né più né meno che un atto masturbatorio. Pensaci! Tu mi dirai che tutto ciò, interamente o in parte, può anche essersi verificato, ma che è difficile esplorare fra i fantasmi della mente umana. Ebbene io ti rispondo che esiste un modo per realizzare un certo tipo di amore umano che è il più propizio alla canalizzazione della forza vibratoria, per i fini che in avvenire vorrai raggiungere, e nel contempo per la sublimazione di uno stato di essere che parte dalla natura ma è idoneo a qualsivoglia manifestazione embrionale di volontà pura.
Quando, al cospetto di una forma muliebre, raggiungi lo stato vibratorio voluto, il fisico ti obbedisce prontamente, i corpi cavernosi sono turgidi e ti accingi all'amplesso, sganciati dalla materia e mentre, dall'ombelico in giù, le parti basse realizzano la loro funzione e, per legge di natura, compiono l'atto copulativo, la tua mente e il tuo cuore si rivolgano con amore purissimo al principio femmina che in quell'attimo è rappresentato dal "partner", e che trova riscontro nella tua parte femmina interiore e risveglia l'androgine latente in te e ti induce al primigenio processo di autofecondazione, la tua mente e il tuo cuore rievochino la spinta della natura che da Adamo in poi ti spinge alla ricerca del complemento, sicché tu possa compiere quell'amplesso di cui solo i Numi furono capaci. Ama, dunque, la tua donna che in quell'attimo si incarna nella forma muliebre che ti giace accanto. Ringraziala perché il congiungimento dei due opposti ti darà il senso dell'intero, assorbila perché in lei assorbirai l'universo e ti confonderai in esso, sicché la legge sempiterna che governa, il creato si affermi in te come presenza di vita, sul pianeta e nell'intero cosmo. I vostri gemiti, frutto della passione umana, si tramuteranno così in sospiri della natura.
La mariolatria di tutte le religioni, ammantata dì fitto mistero non ti parla che di quest'arcano. Arcano che resterà tale finché gli uomini non avranno imparato ad amare.
In "Angeli e Demoni dell'Amore", Kremmerz (e Lo cito ancora), ti sollecita ad elevare un cantico di gioia ad Anael, il tuo Dio dell'Amore e della Purità: “O Anael,tu che sei l'Amore di Dio, l'umana fantasia è lorda delle sensazioni cocenti della carne, fa ch'io non ami per piacere d'amore e quando la carne pecca, i1 mio spirito voli a Te".
MICHAEL
(Graziano Curci)