Esiste nell'uomo una forza che può fare miracoli, che è stata variamente denominata. — Ha 5 o 6 nomi: forza psichica, forza nervea, forza elettro-biologica, iper-magnetismo ecc. — Essa si manifesta in vari modi, cioè produce fenomeni variati. La possiedono anche gli animali e le piante. Non è dono di alcuni individui, ma retaggio di tutti. Chi l'ha più, chi meno sviluppata. Si compone di diversi strati. Con l'allenamento può aumentare, a somiglianza di quanto avviene agli atleti che, dal sollevamento del peso di un chilogrammo, arrivano a sollevare uno di dieci, poi uno di 50, uno di 100 e così via. Il ginnasta può sollevare tanto un sacco di carbone di 10 chili quanto una balla di zucchero dello stesso peso. — Questo significa che l'uomo si può allenare a sollevare o ciò che è sudicio o ciò che è puro. È meglio sollevare lo zucchero. La forza psichica può essere adoperata indifferentemente per il BENE oppure per il MALE. Io credo che nelle infinite sue utilizzazioni, sia preferibile applicarla a sollievo dell'umanità sofferente. Ognuno di noi ha facoltà diverse: chi può esteriorizzare la sua forza in un modo e chi in un altro. 

V'è un nostro amico che, leggendo i salmi in italiano e tenendo una mano aperta appoggiata sulla parte malata di un infermo, lo guarisce. Questo non è certo il miracolo istantaneo; pure egli, in sei sedute, ha guarito una signorina malata da sei mesi di un grave male viscerale. Lo stesso in parecchie sedute ha guarito il suo bambino che era cieco da un occhio e paralizzato da tutta una parte del corpo. Chi può far di più, chi può far meno, ma tutti possono arrivare, mediante allenamento, a fare qualche cosa. Il nostro amico non fa miracoli come i santi, ma già fa molto. Certo, nessuno può raggiungere la potenzialità che la Bibbia, il libro per eccellenza, attribuisce a Gesù. — Gesù fu ed è unico al mondo.

I fenomeni della forza psichica sono stati studiati dal Crookes, dal Cox, dal Lombroso e da altri, ma gli esperimenti non hanno avuto seguito. Si è restati lì. Presentemente in Italia, in questi studi stiamo un po' addietro. In Francia l'Istituto Internazionale Metapsichico presieduto dal Comm. Rocco Santoliquido, ha ottenuto fenomeni strabilianti. Qui io intendo non già che si prenda la via mistica, ma che si esperimenti nel senso scientifico, e non intendo nascondere quel che facciamo, ma voglio che ciò che insegno sia noto a tutti. La scienza che tratta della forza e della unità della materia e che mette l'operante in relazione con la divinità, è chiamata MAGIA. Io non trovo altro nome più adatto per designarla. La Magia comprende lo spiritismo, il magnetismo, l'astrologia, l'alchimia ed altre discipline. Il Mago è colui che si mette in comunicazione con piani o zone superiori al piano che ci circonda, e che fa conoscenza con esseri diversi dagli uomini. Perché il mondo è popolato da esseri invisibili agli occhi umani; esseri che sono percepiti soltanto dai sensi interni. Lo Spiritismo, nelle sue pratiche, fa uso di persone che hanno la potestà di mettersi in comunicazione con l'invisibile, cioè che stanno di mezzo tra questo e l'altro mondo, e perciò furono chiamati medium (= mediani). In italiano non esiste una parola da sostituire a medium. I medium si. potrebbero chiamare sensitivi. Noi differiamo dal modo di pensare degli spiritisti, perché essi parlano di spiriti di morti, coi quali ritengono di mettersi in relazione. Ciò che ha avuto morte è morto. — La pianta cresce, fiorisce, getta il seme in terra e poi dissecca e muore. Quella pianta non rivive più ma il suo seme — caduto in un terreno fertile — germina e si trasforma in una nuova pianta che, alla sua volta, muore. Le così dette anime dei morti, non sono morte ma vive. Con esse, salvo rarissime eccezioni, gli spiritisti non possono mettersi in comunicazione, perché mancano alle dette anime i mezzi per manifestarsi nel mondo esteriore. Si manifestano però nel mondo interiore, cioè nel sonno, mediante i sogni. Ma chi viene in relazione con loro, non può manifestare le impressioni che ha ricevuto nello stesso modo che gli sono state comunicate. Il figlio al quale è morto il padre e che non sa dove sia stato nascosto il peculio, sogna il padre il quale gli dice che quella tale chiave apre quel certo tiretto dov'è conservato il denaro. Orbene, il menzionato figlio non manifesterà la visione percepita se non col dire che quella determinata chiave apre quel tiretto. L'uomo si può mettere in comunicazione con il mondo occulto in due maniere differenti: IL MISTICO ENTRA IN RELAZIONE CON LA DIVINITÀ, MEDIANTE LA CONCENTRAZIONE, LA MEDITAZIONE E L'ESTASI. Questo metodo non è il nostro. Il Mago comunica con l'al-di-là mediante le pratiche, cioè con i riti e le preghiere. Con tale sistema, egli trasvola il piano materiale e va a metter capo al piano od alla zona superiore, nella quale stanno esseri diversi da noi. Questo è il nostro metodo che richiede un allenamento più o meno lungo. Tale allenamento è più o meno lungo a seconda della via che si tiene; perché le vie, ossia le iniziazioni, sono due: l'isiaca e la osiridea. L'Isiaca, così detta da Iside o dalla Luna, consiste nel metter il proprio interno in stato recipiendarío, cioè in modo da ricevere le impressioni delle forze esteriori. Questo è il metodo più lungo, ma più facile. Con questo si diventa Maestro Isiaco. Dopo l'isiaca, vi è la via Osiridea, così detta da Osiride, ossia dal Sole, generatore per eccellenza, datore a tutto l'universo di forza attiva. L'iniziazione Osiridea o solare è quella che mette il praticante nella possibilità di esteriorizzare la sua forza. Questa iniziazione è più rapida, ma è difficilissima. Chi arriva, diventa Maestro Osirideo. Devo avvertire che altro è lo sviluppo individuale ed altro il funzionamento collettivo, cioè che si ottiene con le operazioni di circolo. Ogni essere umano dalla Natura è dotato di una facoltà speciale che può sviluppare meglio di altri individui e di altre facoltà. Chi ne ha una e chi ne ha un'altra. Noi siamo come tante pile psichiche, funzionanti più o meno bene per rispetto alla tonalità della catena o circolo. Ho riprodotto nella «Porta Ermetica» il cerchio delle sibille o circolo magico. — Le sibille sono circondate da un serpente, la corrente psichica. — Il principio e la fine della catena toccano la dirigente che sta nel mezzo delle altre vergini. Tutte le sibille che attorniano la dirigente, e la dirigente istessa, stanne curve con un dito che tocca la terra e non già verso il cielo. Questo simbolo indica che la mèta da realizzare è terrena, non celeste; che è positiva, non mistica. Noi - dunque vogliamo costituire un circolo che dia una realizzazione quaggiù. Ed io stimo che, fra le molte realizzazioni che si possono ottenere, la più conveniente sia quella dell'alleviamento dei mali del prossimo. Essa evita l'egoismo personale e .dirige tutte le nostre forze verso uno scopo benefico. Coloro che si mettono in catena, sono tanti focolari psichici che forniscono la forza vitale al dirigente, il quale dovrebbe essere un anziano. Questo dirigente fa convergere la forza nervosa della batteria verso il malato, e lo guarisce. Perché bisogna intendere questo: la prima cura che ha l'uomo è quella della propria salute: l'uomo più coraggioso di questo mondo, quando sta male, è vile; allora chiede aiuto agli altri. Se il malato ha fede in una Schola e si indirizza ad uno dei componenti per aiuto, apre il suo animo alla speranza della guarigione; quindi il suo intimo è in condizione ricettiva. Se è in tale vero stato, cioè con l'animo aperto e fidente, chi dei suoi da vicino o da lontano gl'invia un influsso di forza vitale, lo trova in grado di appropriarsene e di guarire. Questa è precisamente l'opera a cui dobbiamo dedicarci, e se le condizioni nostre — in seguito — ce lo permetteranno, noi fonderemo qualche istituzione filantropica per la guarigione dei malati. Questo è l'indirizzo che io intendo sia dato al Circolo, e non già che sia presa la via mistica o religiosa. Chi non si sente adatto per la pratica, può starsene a casa sua e pregare, oppure può recarsi in chiesa. Io vi farò vedere nelle successive serate quello che ognuno di voi può fare ed in che grado lo deve fare. Parlerò ai dottori nel modo più confacente alla loro intellettualità e scienza, e parlerò più facilmente a coloro che sono in grado di produrre i fenomeni, ma non già di capirne la ragione scientifica.

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