Ogni intenzione, che non si manifesta per mezzo di atti, è una vana intenzione, e la parola che la esprime una parola inutile; è l'azione che dà la prova della vita ed è pure l'azione che prova e dimostra la volontà. Si dice per questo nei libri simbolici e sacri che gli uomini saranno giudicati non secondo le loro idee ma secondo le loro azioni. Per essere si deve operare. Dovremo ora iniziare a trattare della questione grande e terribile delle opere magiche. Non si tratterà più qui di teorie o di astrazioni; giungeremo alla realizzazione, metteremo fra le mani dell'adepto la bacchetta dei miracoli dicendogli: «Non ti basare solo sulle nostre parole; ma per conto tuo agisci.» Si tratta qui di opere di una relativa onnipotenza, e del mezzo di impossessarsi dei maggiori segreti della natura e di farli servire ad una volontà illuminata ed inflessibile. La maggior parte dei rituali magici conosciuti sono delle mistificazioni o degli enigmi, e noi, per la prima volta, stiamo dopo tanti secoli per squarciare il velo dell'occulto santuario. Rivelare la santità dei misteri significa porre un rimedio alla loro profanazione. Tale è il pensiero che sostiene il nostro coraggio e ci induce ad affrontare serenamente tutti i pericoli di quest'opera che forse è la più ardita che mai mente umana abbia concepito o compiuto.