ALCHIMIA SEXUALIS, RITI E MISTERI DELLA MAGIA SESSUALE
DI STEFANO MAYORCA-EDIZIONI REBIS VIAREGGIO
Si è svolta ieri, martedì 31 gennaio 2017, presso la libreria Aseq, in via dei Sediari 10, a Roma, la presentazione del saggio “Alchimia Sexualis", di Stefano Mayorca, edito dalle prestigiosa Casa Editrice Rebis, di Viareggio. Una numerosa partecipazione, che ha registrato il tutto esaurito con un esubero di persone, ha contraddistinto l’incontro.
L'interessante testo che segue è tratto dalla prima importante biografia di Giuliano Kremmerz realizzata dopo la sua morte. Fu redatta negli anni '40 del secolo scorso da Arduino Anglisani, il quale fra innumerevoli difficoltà (mancanza di informazioni precise, ostracismi, omertà e contrasti con gli stessi suoi superiori), riuscì pazientemente a ricomporre molti elementi sconosciuti o inediti della vita e dell'opera del mago di Portici. Il saggio è preceduto da una nota introduttiva di P. L. Pierini R.:
"Non molte le notizie in nostro possesso relative alla breve, ma ricca di particolari, biografia di Arduino Anglisani, l'ermetista kremmerziano che siglava i propri scritti con il parziale anagramma del proprio nome, “Nino D'Anglar"(*). Sappiamo che è stata realizzata nell'immediato dopoguerra e che raccolse giudizi alquanto critici dai superiori dell'Anglisani, in particolare da Benno-Lombardi, che in essa vedevano eccessivamente accentuati lati "troppo umani"(**) del Kremmerz, il che, purtroppo, sortì un effetto deterrente sui propositi dell'Autore, il quale abbandonò sia il progetto di un'eventuale pubblicazione, sia l'intenzione di proseguire nelle proprie indagini. Da allora è circolata in varie versioni dattiloscritte, alcune delle quali assai scorrette o rimaneggiate, sempre a livello più o meno riservato, finché nel 1985 è stata pubblicata dalle Edizioni Rebis.
Libreria Editrice Aseq, Roma, pp. 243, numerose ill.
Le radici sciamaniche di un demone portatore di luce:
“La maschera di Arlecchino da Bergamo la cui valenza infera è già notoriamente evocata nel demoniaco Alichino dantesco (XXI Canto dell’Inferno) affonda, in realtà, le sue origini in un ambito primordiale estremamente articolato, rinviante alla sfera sacra degli spiriti degli antenati, dei fenomeni naturali, della fertilità, del calendario e dei riti stagionali. Si tratta di un vero e proprio fiume sotterraneo, sapienziale, alimentato da archetipiche forme di religiosità, da tradizioni ancestrali velate poi, dietro le storie ironiche e divertenti che, veicolate da guitti e attori vaganti, sfoceranno nella Commedia dell’Arte.
L’utilizzo delle energie sessuali in ambito esoterico ed ermetico-alchimico risale a tempi remotissimi, quando la canalizzazione del potenziale erotico basata su profonde analogie con le forze vive della Natura era perfetta, e la conoscenza delle tecniche volte a trasmutare l’eros era completa e ben nota agli antichi, che ne espletavano le pratiche con cognizione e sapienza.