LA TRADIZIONE HERMETICA

Giuliano Kremmerz e la Schola Italica

SITO INDIPENDENTE DEDICATO ALLA RICERCA E ALLA CONOSCENZA DISINTERESSATE DELLA VERITA' INIZIATICA

LA TRADIZIONE HERMETICA

Sulle tracce della Sapienza - Ottava parte: L'anima orfica

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A lezione da Angelo Tonelli

L’anima orfica

tra prigione corporale

e trasmigrazione

a cura di Luca valentini

 

Venerdì 28 Agosto alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto l’ottavo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha disquisito sulla concezione orfica del corpo come prigione dell’anima e sulla trasmigrazione delle anime. Questo seminario è iniziato – prima di approfondire il tema fissato – con un ulteriore analisi della simbologia dionisiaca legata allo specchio e, nello specifico, di quanto emerge dal famoso Papiro di Gurob, in cui si attua una liberazione del Nume dal pathos, dalla sua pura connotazione estatica, quasi a volersi denudare di quella dimensione “bacchica” denunciata da un Nietzsche:

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La Magia Divina, di Lenain

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Novità                                                                                                                  Ottava edizione 

 

Lenain

LA  MAGIA  DIVINA

La Scienza Cabalistica

o l’Arte di conoscere i Geni Benefici che influiscono sul destino degli uomini, con la spiegazione dei loro Talismani e dei loro Caratteri Misteriosi e con la esatta maniera di prepararli secondo la dottrina degli antichi Magi Egizi, Arabi e Caldei, attinta dagli Autori più celebrati che hanno scritto sulle Alte Scienze.

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Sulle tracce della Sapienza - Settima parte: Il Mito Orfico, a cura di Luca Valentini

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A lezione da Angelo Tonelli  

Il mito orfico dello smembramento di Dioniso e il simbolismo dello specchio

Venerdì 14 Agosto alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il settimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha disquisito sul mito orfico dello smembramento di Dioniso ed il simbolismo dello specchio.

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Kremmerz e la nascita della Fratellanza di Myriam, di R. Ricciardelli - a cura di Orpheus

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“Nella sua [Kremmerz] pollenza operativa magica, si venne a trovare in contatto con i centri spiritistici in Napoli che si imperniavano in quell’epoca sulla celebre medium Eusapia Palladino: mi disse di aver partecipato a parecchie sedute, credo anche con qualche sua amica o allieva che dir si voglia.

Nel discorrere della sua iniziativa di fondar la Fr.+ di My.+ egli mi disse di avere deciso la cosa per un suo impulso venutogli per reazione contro gli eccessi e le esaltazioni degli spiritisti, cui egli stava assistendo: esperimenti inconcludenti, irrilevanti dal punto di vista di un vero progresso spirituale dell’umanità, e protési verso forme di buddismo che lui stesso definisce “spurio” nella sua PRAGMATICA del 1911.

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Ermetismi caserecci, di Ezio Albrile

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Giuliano Kremmerz, al secolo Ciro Formisano, esoterista e teurgo napoletano, trascrive nel suo La scienza dei Magi (Vol. II, Edizioni Mediterranee, Roma 1975, pp. 196-199) una storiella «ermetica» abbastanza incomprensibile. Parla di un certo Mamo Rosar Amru, sedicente sacerdote isiaco, che dalle lande nilotiche esporta i misteri isiaci in terra di Partenope. In questa sorta di sgombero misterico è coadiuvato da una baldracca «agubica», una ierodula «assira» di nome Myria. È il culto di Iside reinventato in epoca ellenistica, mutato secondo le aspettative di immortalità dei più.

La storiella inneggia un certo dualismo corporeo. Cittadino dell’universo, Mamo confessa il proprio orrore per il coito. Di riflesso e in antitesi, Myria celebra l’accogliente nudità dei suoi umidi recessi: è la metafora dell’anima, essenza divina, vincolata ai lacci del desiderio, schiava di passioni lascive e inconfessabili. Un caleidoscopio di pulsioni belluine che il Kremmerz, con magica prosopopèa, definisce «amore». Il sacerdote Mamo non conosce – in senso gnostico ovviamente – cosa sia questo «amore» elargito dalla dea Iside e depositato nell’involucro vicario e vaginale di Myria. Ne sarà fatto partecipe al termine del racconto, quando la rabbia della dea, infuriata forse per avere lui disdegnato la sua ierodula, si scatenerà su Pompei, seppelendo la città sotto un candido manto di cenere. Alla vista di tale rovina, Mamo, forse colto da compassione, esperirà per la prima volta il senso kremmerziano dell’«amore».

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