Pur essendo stato pubblicato nel 1889, nei repertori bibliografici e nei cataloghi di antiquariato della prima metà del ‘900 era già considerato rarissimo, al pari di famosi e introvabili classici dell’alchimia stampati nei secoli precedenti. Le collezioni e le biblioteche pubbliche o private che possono vantarne il possesso di una copia, come il British Museum di Londra, si contano sulle dita di una mano, e la più nota e accreditata enciclopedia dei Tarocchi ne riproduce soltanto alcune carte, peraltro rinvenute fortuitamente tra le pagine di un vecchio libro di cartomanzia, poiché l’Autore Stuart R. Kaplan, unanimemente considerato il maggiore collezionista di tarocchi contemporaneo, in molti anni di ricerche non è mai riuscito a trovarne un mazzo intero[1].