Avevamo tentato prima con “Ignis”, poi con “Politica Romana” di fare capire che le opere degli antichi vati non sono scritte per essere intese grammaticalmente. Esse contengono un doppio senso cui allude l’espressione letterale dei versi, velandolo dinanzi alla mente profana. Con la forza dell’astrazione, l’ermetista può scorgere tale doppio senso. Inoltrandosi in tale aspro sentiero i pensieri arcani dei grandi vati cominceranno a trasparire attraverso certe personificazioni mitologiche, si arriverà ad intuire, ad esempio, la natura della ragione umana dietro le sembianze di Eolo nell’Eneide, o le fasi di maturazione iniziatica della mente dietro il mito di Cerere Tesmoforia.
Ma al di là del doppio senso ermetico, vi è un terso ordine di arcani, ben più arduo a conquistarsi perché immenso è il tesoro di sapienza che custodisce.