In viva morte morta vita vivo
“Venni, tra gli altri io, attratto dal desiderio di visitare la casa della Sapienza, ardente di contemplare codesto Palladio, onde non mi vergogno di aver sopportato la povertà, la malevolenza e l’odio dei miei, le esecrazioni, le ingratitudini di coloro ai quali volli giovare e giovai, gli effetti di un’estrema barbarie e d’una avarizia sordidissima; (…) Per il che non mi duole d’essere incorso in fatiche, dolori, esilio: che faticando profittai, soffrendo feci esperienza, vivendo esule imparai; che trovai in breve fatica lunga quiete, in leggera sofferenza gaudio immenso, in un angusto esilio una patria grandissima (Oratio valedictoria, in Opere latine)”. Giordano Bruno è stato un Mago nel senso più alto del termine, poiché ha trasmutato completamente la sua Filosofia in vita. Aveva chiaro, lo si evince dai suoi stessi scritti, il senso d’una missione che, mettendolo in lotta con il suo tempo, poteva chiamarlo, e lo chiamò, e scelte eroiche.