Si può tranquillamente affermare che la terapeutica costituisce un incontestabile fondamento dell’ermetismo kremmerziano, considerando che il Kremmerz la pose al centro delle modalità operative dell’organizzazione iniziatica da lui creata, la Fratellanza terapeutico-magica di Myriam. In tal modo egli venne a rapportarla, seppure con due importanti “distinguo” di natura rispettivamente dottrinale ed operativa, al grande movimento rosicruciano sviluppatosi in Europa soprattutto nei secoli XVII e XVIII.
1) “Distinguo” dottrinale: mentre la Rosa+Croce europea si muoveva prevalentemente entro gli orizzonti del cabalismo ebraico-cristiano, pur con qualche significativo accostamento ad una numerologia che si fa risalire anche a Pitagora, la Rosacroce kremmerziana travalicava i limiti della Tradizione biblica, nelle sue due forme di Antico e Nuovo Testamento, per prendere a modello le antiche Fratellanze isiache, intese come veicoli di un esoterismo magico egizio-caldeo.
2) “Distinguo”operativo: la Rosa+Croce europea, specialmente nella sua corrente manifestatasi all’esterno come Rosa+Croce d’Oro (nota in Germania, dove fu particolarmente attiva, come Gold u. Rosenkreuz) prestò particolare attenzione all’alchimia operativa di laboratorio, della quale apparvero sulla scena europea alcuni misteriosi Adepti (si pensi al caso dell’enigmatico Federico Gualdi ovvero Friedrich Walther, attivo anche in Italia).
Tale alchimia operativa di laboratorio mirava alla confezione di un farmaco universale (cioè “cattolico”) capace di guarire ogni male e di prolungare, come elixir di lunga vita, indefinitamente la durata della vita umana, beninteso nei limiti concessi dal Creatore. Realizzazioni, queste, che comportavano in taluni sviluppi anche una decisiva efficacia trasmutatoria, in senso spirituale, sulla persona dell’iniziato. In corso d’opera, poi, si mirava anche alla trasmutazione dei metalli vili in oro, che era però ritenuta un’acquisizione di livello inferiore, sebbene fosse proprio quella che scatenava maggiormente la cupidigia umana ed inquietava le Autorità, timorose da un lato di possibili disordini finanziari collegati a tali pratiche, ma non di rado desiderose di accaparrarsene le più o meno mirabolanti ricette. Di tale trasmutazione metallica il Kremmerz volle in parte utilizzare il potente simbolismo che, applicato all’ermetista praticante, ne suggeriva, come da piombo in oro, la trasformazione in una sorta di semidio.