A lezione di Angelo Tonelli

a cura di Luca Valentini

Venerdì 18 Settembre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto l’undicesimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha continuato la disamina del pensiero di Eraclito.Inizialmente, è importante considerare come Giorgio Colli avesse messo in evidenza l’imperscrutabilità del carattere di Eraclito, che si connette ampiamente al mondo criptico dei Misteri Eleusini. Il Sapiente è colui il quale cammina e dimora nell’invisibile, dimensione che viene obliterata dal filosofo o addirittura identificata come non conoscibile, come nel caso di Kant. In ciò si evidenziano tutti gli aspetti magici dello sciamanesimo come elementi presenti in sé e correlati con l’Assoluto. 

Eraclito, secondo il filologo ligure, è da annoverarsi tra coloro che fecero parte di tale grande esperienza iniziatica occidentale, in similitudine con grandi tradizioni spirituali d’Oriente come il Taoismo ed il messaggio ascetico del Buddha. Egli, infatti, risulta essere stato un vero e proprio catalizzatore delle sfere orfico-pitagoriche, in cui si è esplicitata l’origine unitaria di ogni conoscenza e di ogni manifestazione:

per chi ascolta non me, ma il Lògos, sapienza è intuire che tutte le cose sono Uno, e l’Uno è tutte le cose (Frammento 69).

Si esplicita il Lògos, l’Ente d’Origine, come un oggetto di esperienza intellegibile e sensibile, come fondamento di ciò che è fenomenico, anche se non compreso dalla moltitudine degli uomini. Vi è, infatti, una precisa legge inerente il sorgere di tutte le cose, che distingue gli elementi secondo la loro origine, che ritrova nel Divino la propria radice unitaria delle emanazioni visibili. Eraclito, in quanto sapiente ed in contatto con il Lògos, aveva la capacità di fornire i giusti strumenti di comprensione, che, ciò nonostante, non venivano utilizzati dai cittadini:

Ma questo Lògos che è, gli uomini non lo comprendono mai, né prima di porgevi orecchio, né dopo averlo ascoltato. Anche se tutte le cose sorgono secondo esso, somigliano a coloro che non hanno esperienza, quando sperimentano parole e opere quali vado esponendo, io che distinguo ogni cosa secondo la sua origine, e la manifestazione come è… (Frammento 70).

Angelo Tonelli, noeticamente, ravvisa una profonda interazione tra l’idea dell’Origine e quella del Tao, come vera e propria filigrana che sottende alla Totalità del cosmo. Non è casuale, infatti, che la consapevolezza iniziatica debba essere riferita, secondo Eraclito, alla personalità numinosa di Zeus, in uno stato di coscienza liminale, di soglia, di affermazione quanto di negazione di essa, al di là della sfera della rappresentazione ordinaria:

la cosa sola, Ciò – che – è – Sapiente, non vuole e vuole essere chiamata con il nome di Zeus(Frammento 34).

Tale conoscenza è insita nell’intendimento di tutte le cose che si può realizzare unicamente tramite la sperimentazione di tutte le cose: ritorna il vecchio e sempre adagio magico – ermetico, secondo il quale non si può conoscere realmente un’entità se non si diviene l’entità stessa. In ciò, traspare tutta l’importanza del linguaggio misterico, come metodica di scardinamento della dimensione razionale. La Sapienza, pertanto, può essere intesa per Eraclito come un surplus di conoscenza, di attività coscienziale, che conduce ad una magica solitudine, quella che permette di accedere alla vera compagnia, perché consente di cogliere il sorgere della pluralità nel cosmo.

E’ necessario, in tale prospettiva, essere conformi a se stessi, seguire ciò che è comune, per contrastare la mancanza nei cittadini di una visione cosmica. Anche in ciò, si esplicita la dicotomia tra vita ordinaria e percorso iniziatico, che risulta essere differenziato per la sua peculiare predisposizione all’ascesi interiore, ad un preciso cammino di purificazione, distanziandosi dalla comune esistenza dei cosiddetti dormienti:

perciò bisogna seguire ciò che è comune. Ma benché il Lògos sia comune, i più vivono come se avessero una sapienza loro propria (Frammento 72).

Emerge una visione eraclitea che in molte circostanze induce a pensare ad una vera e propria aristocrazia dello spirito, in cui anche l’aspetto eroico viene esaltato, pur rimanendo consapevole dell’incombenza della Hybris, della tracotanza, come espressione titanica rispetto all’ordine cosmico, come disconoscimento dell’autoaffermazione egoica. Secondo Tonelli, Eraclito imputerebbe l’ignoranza della moltitudine alla sua incapacità di riconoscere il flusso cosmico, di individuare in sé e nel mondo quella intimità radicale, che è contemporaneamente Principio e Totalità. In tal modo, si esprime tutto il senso di estraneità dei più, immersi in sfera di natura materiale e ferina, rispetto alle alte sfere spirituali:

una cosa sola, a prezzo di tutte le altre, scelgono i migliori: gloria eterna in cambio delle cose mortali. Ma i più sono sazi, come bestie (Frammento 103).

Nella molteplicità, però, vi è tutto il senso della vita, dell’esistenza. Anche se si indica con forza tutta l’ingiustizia insita nella disgregazione dell’Assoluto nella rete della manifestazione formale, in similitudine con la visione gnostica, Pòlemos è il veicolo che separa e riconcilia in sé l’Essere sacrificale, è l’espediente per ricondurre all’unità gli elementi disgiunti dell’Origine. In tale ottica i Frammenti n. 22 e 23 sono molto indicativi, in quanto oltre a indicare Pòlemos come padre e re di tutte le cose, uomini e dei compresi, rivelano l’intima relazione tra la contesa e la giustizia cosmica, tra Pòlemos e Dike, di cui non si saprebbe il nome, cioè non si conoscerebbe la capacità unitiva e di misura, se gli elementi non si presentassero confusi e divisi.

In conclusione, è fondamentale rammentare come Angelo Tonelli abbia fatto riferimento ad un testo di Ada Somigliana, Monismo indiano e monismo greci nei frammenti di Eraclito, in cui altre connessioni con l’Oriente scaturiscono, con il Rig Veda e Upanisad, in cui l’eternità, il fuoco primordiale e l’origine di una tradizione vivente convergono in maniera magistrale, palesandosi il Lògos come ente di luce divina, come conoscenza della luce, che può risplendere nel Cuore dell’Uomo e del Cosmo:

“…Stretta la via, difficile il passaggio. Profonda notte e oscurità. Ma se è guida un iniziato ai misteri, più del sole fulgente è limpido (Anonimo, ap. Diogene Laerzio, 9 16, 4 – 7).

Nel prossimo incontro, che si svolgerà Venerdì 25 Settembre e che sarà sempre relazionato da Ereticamente, Angelo Tonelli continuerà la sua disamina circa la figura ed il pensiero di Eraclito.

* I frammenti citati non seguono la consueta numerazione  Diehl Kranz, ma sono estratti dal testo Dell’Origine, curato da Angelo Tonelli, per le Edizioni Feltrinelli.

 (Tratto da ereticamente.net)

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