Sulle tracce della Sapienza
a lezione da Angelo Tonelli – Diciottesima parte
a cura di Luca Valentini
Venerdì 13 Novembre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il diciottesimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha concluso la disamina del pensiero di Parmenide.
In questa occasione, la disamina della dottrina parmenidea è iniziata con l’importante messa in guardia circa l’attitudine che si sedimenta come carattere costitutivo. E’ un’esplicita critica verso i non – iniziati, in cui si manifesta l’assenza di Luce, la non – conoscenza, che in ambito tradizionale e orientale viene espressa col termine Avidya, l’ignoranza. E’ un preciso invito a deporre la propria passività dinanzi alle abitudini, quali elementi di forte ostruzione alla consapevolezza iniziatica:
“Ma tu allontana l’intuito da questa via di ricerca e l’abitudine frutto di molta esperienza non ti costringa a muovere per questa via un occhio che non vede e un orecchio che rimbomba…” (Frammento 7 A).
La via “che è” si fonde in un’identità radicale tra immediatezza e ciò che si esprime per se stessa: per il filologo ligure, in Parmenide, il metodo di conoscenza coincide con l’oggetto della conoscenza. Vi è, infatti, una strettissima connessione tra mente illuminata, risvegliata ed il Principio Cosmico, quale origine, che è polo che non è mai nato e non è mai morto: è la perfetta negazione della spazialità e della temporalità del fondamento, quale assoluta presenzialità dello Spirito.
La definizione del Principio Primo è tale che esso può determinarsi quale essenza una e continua, ma non infinita, in cui si esplicita il superamento del creazionismo cristiano, ponendosi in una prospettiva noetica ciclica e non prettamente lineare. Si pone in essere, pertanto, una profonda relazione con l’idea indù di Maya, quale entità numinosa e cangiante del Cosmo, come illusione che permane in sé e che solo apparentemente si rivela frammentaria, nella sua manifestazione fenomenica.
In ciò, secondo Tonelli, il potere numinoso di Dike, quale divinità della Giustizia Cosmica, ha la capacità di trattenere nella immobilità il Principio Primo, non potendo essere intuibile ed esprimibile il “ciò che non è”. Si comprende, a tal punto, come il nostro vero Sé sia realmente la radice della nostra interiorità, essendo il to eòv la vera ed unica matrice profonda dell’uomo:
“…non c’è un di più in una parte né un di meno in un’altra, che impedisca la sua coesione con se stesso, ma è tutto pieno di essente e per questo è tutto coeso…”(Frammento 8 A).
La trama che costituisce il Cosmo si determina come Necessità non manchevole di nulla, essendo essa stessa di natura finita: in riferimento a ciò, Melisso contesterà a Parmenide l’aporia del pensiero, sostenendo l’infinità dell’Essere. Tale prospettiva ci conduce nell’ambito metafisico dell’ Asylon, del non violabile, in cui si superano le dicotomie tra due divergenti visioni.
In conclusione, dal Sapiente di Elea si possono desumere delle precise istruzioni operative ed iniziatiche che consentono, per chi abbia l’animo rivolto verso l’Assoluto e la Totalità, di conoscere delle verità anche nel campo di interesse del relativo, in cui le forze contrapposte, fenomenologicamente duali, si rivelano, essenzialmente, come polarità dinamiche di un unico Fuoco Primordiale.
In quest’ultimo frammento parmenideo, si esprime tutta la valenza iniziatica della scuola di Elea, come una delle massime espressioni sapienziali della terra italica, in cui i simboli, i miti, il linguaggio ermetico ci riconducono sempre e comunque a quella ieratica scienza sciamanica di cui si è disquisito sin dal primo seminario:
“Conoscerai la natura dell’Etere e tutti gli astri che sono in esso, e le opere non visibili della pura lampada del Sole rifulgente e la loro origine, e apprenderai le opere della Luna errante, dall’occhio rotondo e la sua natura, e conoscerai anche il cielo sta attorno…” (Frammento 10 A).
Con questa relazione si chiude il primo ciclo di seminari sulla Sapienza Arcaica, tenuti da Angelo Tonelli, ma possiamo già annunciare ai nostri lettori come si stia già programmando un secondo ciclo di incontri, che Ereticamente provvederà a comunicare e sintetizzare per tempo.
* I frammenti citati non seguono la consueta traduzione Diehl Kranz, ma sono estratti dal testo “Le parole dei Sapienti”, curato da Angelo Tonelli, per le Edizioni Feltrinelli.
(tratto da ereticamente.net)