A lezione di Angelo Tonelli
a cura di Luca Valentini
Venerdì 25 Settembre 2015 alle ore 18.30 presso l’Atelier Nuova Eleusis, in via dei Giardini 14 a Sarzana (SP), si è svolto il dodicesimo degli incontri settimanali denominati “I venerdì di Eleusis: sulle tracce della sapienza greca”, seminari di Angelo Tonelli dedicati alla Sapienza Greca, che in questa occasione ha continuato la disamina del pensiero di Eraclito. Questo seminario si è aperto con un riferimento a Giorgio Colli, circa le tre coppie di opposti binari, nelle tre categorie della quantità, della qualità e della modalità, in cui si esplicita una precisa logica cosmogonica tramite cui il senso della perenne e comune radice spirituale si diffonde nella differenziazione fenomenica. In ciò, il riconoscimento della Totalità realizza l’unico viatico per comprendere l’intima connessione tra Unità e Molteplicità, che si sublima nell’ineffabile e in ciò che nello Zen è il Koan, cioè il pensiero libero dalle maglie della sistematicità:
“…congiungimenti intero e non intero, convergente divergente, consonante dissonante: e da tutte le cose Uno e da Uno tutte le cose” (Frammento 13).
Il filologo ligure ha voluto rappresentare una precisa visione eraclitea, in cui si evidenzia un preciso senso dell’ordine, una sacrale armonia degli opposti, una composizione dinamica e complessa, che scaturisce paradossalmente dall’apparente casualità. Vi è l’invito a superare a superare lo stato dormiente, confuso, preda del Caos, ma, allo stesso tempo, di cogliere il senso ordinato del cosmo, proprio sperimentandolo attraverso l’illusoria casualità. E’ il superamento di ogni dualismo, di ogni vana dicotomia, non vi è astratta trascendenza, né panteistico immanentismo, ma entrambe le visioni contemporanea, quella Trascendenza Immanenza di ermetica memoria, che cela nel mistero del cuore, il mistero del Divino ed il mistero della trasformazione dell’Uomo:
“…come rifiuti sparsi a caso, il più bello dei mondi” (Frammento 81).
In tutto ciò si innesta l’alta identificazione con ciò che è l’Eternità, con il Nume di Aìon, che per Eraclito è rappresentato da “…un fanciullo che gioca, muovendo i pezzi sulla scacchiera…” (Frammento 123), in cui il Puer è il simbolo che esprime tutta la spontaneità e la naturalezza di uno status primordiale – quasi a ricordarci il “fanciullino” del Pascoli – come apoteosi della reminescenza di una purità perduta, anamnesi che catarticamente ha operato uno sviluppo metanoico, di ritorno all’Origine, come di un ritorno al Centro ove fissare un nuovo asse, una rinnovata volontà. Ermeticamente vi è l’affermazione piena del Demone, che può esprimere liberamente il proprio solare dominio sulle componenti caduche della personalità: è l’affermazione magica del Nume che ci rende simile e fratelli agli Dei. Il concetto di Puer lo si ritrova in significative rappresentazioni misteriche dell’antichità stando, nella diversità delle forma, a manifestare sempre un’identica valenza numinosa, a partire dalla profezia della Sibilla Cumana riportata in Virgilio. Il senso realmente iniziatico del fanciullo è l’eliminazione progressiva di ogni sostegno, di ogni vincolo, è la fioritura, la reale trasfigurazione di noi stessi, si attua secondo modalità e manifestazioni sconosciute persino al Fato.
Il simbolo degli scacchi, inoltre, come ha mirabilmente dimostrato Titus Burckhardt (Il simbolismo del Gioco degli scacchi, in Simboli, collana Sophia, Edizioni all’Insegna del Veltro, Parma) è la rappresentazione del reticolato polare della manifestazione, della sua estensione spaziale e temporale, della sua vertigine labirintica, in cui, come nel Taoismo, gli opposti si intrecciano misteriosamente.
Tale rappresentazione è un’autentica raffigurazione animica, della pluralità degli stati di coscienza, che travalica il rapporto causa / effetto, essendo una dimensione magica, che ha la capacità iniziatica di superare le vie ordinarie del pensiero e di cogliere l’ “ipseità” del non tempo e del vuoto:
“…disperde e ancora raduna, e si avvicina e si allontana” (Frammento 12).
In conclusione, Angelo Tonelli delinea una sapienza eraclitea del Divino che è necessariamente sostenuta da un monismo di fede, da una Pistis senza la quale il mondo dei Numi è difficilmente conoscibile, in cui il Principio è arco di vita e di morte, una sorta di Apollo Bifronte, immagine di propulsione attiva, ma anche di distruzione, di rinnovamento, di morte e rinascita. E’ l’ambiguità sacrale che Giorgio Colli attribuiva al Signore di Delfi:
“…dell’arco il nome è vita, azione la morte” (Frammento 14).
Nel prossimo incontro, che si svolgerà Venerdì 2 Ottobre e che sarà sempre relazionato da Ereticamente, Angelo Tonelli continuerà la sua disamina circa la figura ed il pensiero di Eraclito.
* I frammenti citati non seguono la consueta numerazione Diehl Kranz, ma sono estratti dal testo Dell’Origine, curato da Angelo Tonelli, per le Edizioni Feltrinelli.
(Si ringrazia la Redazione di ereticamente.net per la gentile collaborazione)