Lettere di G.Kremmerz a un discepolo sull'iscrizione all'Ordine Egizio

a cura di Orpheus

 

Pubblichiamo queste interessanti lettere inviate da Kremmerz al discepolo Girolamo Moggia nel 1918, che precedettero di alcuni mesi la sua iscrizione all’Ordine, quale “indiretto” alle dipendenze di Kremmerz stesso. Anche se parzialmente incomplete, rappresentano documenti molto rari (se ne conoscono soltanto altre due simili), assolutamente autentici e di significativa importanza, principalmente perché una di queste riporta alcune condizioni preliminari previste per l’iscrizione (tra le quali la richiesta di 90 sterline/oro), scritte di proprio pugno da Kremmerz. Condizioni e requisiti confermati a suo tempo da altri discepoli ancora viventi, fra i quali il prof. Verginelli, e dal nipote dell’ermetista porticese, Ciro Pugliese. Inoltre la lettera reca in calce l’altrettanto rara ed eloquente intestazione Gr.˙. Or.˙. Eg.˙. Log.˙. Amm.˙. Univ.˙. M.˙. Eg.˙. Os.˙. che alcuni interpretano come Grande Ordine Egizio Loggia Ammonia Universale Magistrale Egizia Osiridea, mentre per altri si tradurrebbe in Grande Oriente Egizio Loggia Ammonia Universale Massoneria Egizia Osiridea.

 

Aggiungiamo la scheda seguente relativa a Girolamo Moggia, tratta dall’opera “L’Ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz”, di U.Cisaria:

"Girolamo Moggia, nato a Sarzana (La Spezia) nel 1879, e deceduto all’età di 75 anni a Lucerna San Giovanni (Torino) nel 1954, per la sua preparazione classica, teologica e filosofica, si dedicò all’insegnamento letterario, e vocato, per innato misticismo, entrò nell’ordine dei Francescani, poi lasciato per divenire Pastore della Chiesa Valdese. Si sposò ed ebbe cinque figli. Da Vittoria (Ragusa), ove esercitava la sua missione, dopo il 1918 si trasferì a Corato (Bari) e all’età di 31 anni, dopo aver letto il Commentarium, la rivista edita negli anni 1910-11 a Bari e diretta dal Kremmerz, scrisse al redattore avv. Russo Frattasi, il quale lo mise in diretto contatto con il Maestro. Nel 1926 a 47 anni, consegna al Kremmerz il manoscritto della traduzione del “Chymica Vannus” [nel 1921, mentre leggeva quest’opera in treno diretto a Bari, conobbe fortuitamente l’allora liceale diciassettenne Verginelli, il quale, incuriosito dal libro, dopo un più approfondito colloquio, si propose entusiasticamente di aiutarlo nella traduzione. In seguito, su richiesta di Kremmerz, si ebbero due traduzioni dello stesso testo: una del Moggia, eseguita sulla copia di Kremmerz e una di Verginelli, sulla copia dell’avv. Borracci, preside dell’Accademia Pitagora a Bari]. Nel 1930 all’età di 51 anni fu posto in pensione dalla Chiesa Valdese e si trasferì a Zara, poi a Roma. Nel luglio 1949, pervenuto a conoscenza dell’iniziativa di Benno, della ricostruzione della Miriam, all’etù di 70 anni aderisce ai suoi proclami.”

 

3 Giugno

 

Caro Sig. Moggia,

Tempo fa ricevetti una vostra e vi ringraziai a mezzo dell’avv. Russo che me la mandò.

Ora mi giunge la vostra del 23 maggio e immediatamente vi rispondo. Non mi disturbate affatto, la mia vita che dovrebbe essere di quiete è più turbinosa di quanto possiate credere, per le tante preoccupazioni, il lavoro e la necessità di essere a disposizione di quelli che si affidano alla mia amicizia – e non sono pochi. Scrivetemi quante lettere volete che mi sono care sempre che son sincere, vi risponderò sempre epistolarmente solo quando è necessario.

Conservatevi buono e se volete che io vi pensi accompagnatemi col vostro pensiero migliore. Vi auguro che la pace e la salute siano con voi e coi vostri e vi stringo la mano. V.o Formisano

[a margine del foglio]:

Non spedite mai lettere raccomandate qui perché potrei non essere in residenza e le lettere non proseguirebbero.

Siete voi che mi faceste interrogare quali condizioni si richiedevano per essere ascritto all’ordine degli studii superiori di ermetismo egizio? Vi scrivo a parte

[prosegue in altra pagina]:

Ò fatto la domanda a voi perché l’interrogazione venne fatta l’anno scorso da un condiscepolo di Palermo, che ai principii del corrente anno è passato a vita migliore. Le condizioni per essere ascritti a questa Scuola di Studii Superiori sono molto difficili. Non oltre i 45 anni di età. Preparazione elementare ma sufficiente degli studii ermetici. Dotazione di 90 lire sterline e periodo di prove molto severe. Non è facile ottenere l’iscrizione e forse dopo la guerra vi saranno maggiori facilitazioni. (…)

             Ve ne ho scritto nel caso che la domanda provenga da voi. Studiate e miglioratevi spiritualmente e intellettualmente.

Gr.˙. Or.˙. Eg.˙.

Log.˙. Amm.˙.

Univ.˙. M.˙. Eg.˙. Os.˙.

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21 Giugno 1918

 

Caro Sig. Moggia,

            ricevo la vostra lettera e vi rispondo immediatamente. Mostrate il vostro desiderio per aspirare alla scuola Osiridea, quella che per farmi intendere è scuola superiore di studii ermetici e magici, ma prima di tutto dovete formarvene una idea giusta e precisa.

La nostra scuola ermetica della Myriam a cui voi siete ascritto ha uno scopo spiritualista per gli alunni e umanitario nella sua finalità complessa: perfezionare fino ai limiti del possibile l’uomo che sposa la bontà della nostra filosofia e applicare questa bontà a beneficio della piccola parte dell’umanità che è in nostro contatto lenendone i dolori e attirandola nell’orbita del bene. È un’opera pietosa, istruttiva, caritatevole nel senso più largo dell’amore per il prossimo.

Questa dottrina fondamentale, prima di tentarne un’applicazione pratica, fu esposta nelle mie pubblicazioni dal 1897 al 1899. A Bari alcuni amici hanno fatto ristampare questi studi, in limitatissimo numero di esemplari, per quelli che non possedevano le pubblicazioni del 97 e 99, e ne hanno formato un volume non messo in commercio, Avviamento alla scienza dei Magi. Non so se lo avete letto, in ogni modo se ve ne è qualche copia disponibile potete chiederla ai nostri amici a Bari.

Ora l’altra Scuola, la più alta, la più antica perché conta secoli di esistenza, non è come la scuola della Miriam; non ha nessuna finalità umana pratica, è come un’università di alti studi, ai quali bisogna dedicarsi di proposito, con lena, e per tutta la vita perché accoppia allo studio integrale di tutte le manifestazioni filosofiche delle antiche scuole magiche, la pratica per trasformare l’uomo elementare in mago, evolvendone tutte le energie e dirigendone la evoluzione alla sua integrazione nei limiti dei poteri della natura ordinaria e sopra la natura della media umanità.

Comprendete la differenza?

Quindi il numero dei discepoli ammessi (…) e relativamente limitatissima e difficile. Né vale la mia buona amicizia a rendervi più facile la via se non in un secondo periodo, cioè dopo che foste ammesso se fossi io incaricato della direzione dei vostri studii, io potrei con maggiore affetto curare il vostro avanzamento. Ma prima che fare per agevolare l’iscrizione (…)

In ogni modo pensateci bene perché non è con leggerezza che si prende una decisione seria. Vi abbraccio fraternamente. V.o Formisano

 

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