(Tratto dall’Editoriale di Elixir n° 8)
Il sonno della ragione genera
mostri (F.Goya)
Nell’occidente moderno, il periodo di maggiore splendore e diffusione dell’esoterismo e dell’occulto si verificò molto verosimilmente negli ultimi decenni del XIX secolo e proseguì più o meno indisturbato fino all’inizio della “Grande guerra”. Si trattò probabilmente di un’isola alquanto felice, una sorta di “belle époque” estesa anche alle cosiddette “scienze occulte”, alla magia, all’ermetismo, all’alchimia e alle varie correnti iniziatiche, risorte come Fenice dalle ceneri di orrende persecuzioni e roghi criminali con i quali per secoli il più bieco fanatismo oscurantista ha tentato di estirparne le radici dal cuore e dall’anima della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni.
Sull’onda del precedente periodo, negli anni a cavallo tra i due conflitti mondiali si manifestò una vivace ripresa, che sfociò in una fioritura di pubblicazioni, riviste, conferenze, ricerche, iniziative e associazioni di ogni genere. Poi di nuovo il buio della follia bellica. Timidi bagliori di un’alba carica di incertezze e speranze si intravidero dal 1946 in poi, ma occorre attendere gli Anni Sessanta, ricchi di fermenti innovativi in ogni direzione, e soprattutto i Settanta, per assistere a una vera e propria esplosione di interesse, oltre a tanta curiosità ovviamente, per tutto ciò che ha sapore di magico, occulto e misterioso. Si affermano materie rimaste a lungo nel baule dei ricordi arcani, o delle “marginali bizzarrie” che hanno accompagnato la storia dell’uomo, come le arti divinatorie (in particolare l’astrologia e la cartomanzia), il popolare spiritismo, la magia e la stregoneria (ribattezzata “Wicca” nei paesi anglosassoni), assieme a branche di ricerca più e meno nuove come l’ufologia, la fantarcheologia e la parapsicologia, con la complicità di fortunate trasmissioni televisive, film, musica, libri e riviste di larga diffusione e personaggi di spicco che catalizzano l’attenzione del grosso pubblico. Il movimento “Hippy” dei “figli dei fiori”, nato negli USA e transumato rapidamente anche in Europa, i cui ideali iniziali, apolitici e transreligiosi, erano improntati alla filosofia dell’amore e della pace universali, evolve nell’incantato preludio all’inno creativo dell’”Età dell’Acquario”, “l’era della conoscenza, che coltiva l’ideale di una religione cosmica, contrapposta alla religione del terrore, che non conosce né dogmi, né dèi costruiti secondo l’immagine dell’uomo”.1 Seguono, senza soluzione di continuità, le contemporanee New e Next Age, che con tutti i pro e i contro delle tendenze di massa e dei relativi risvolti commerciali, spargono altro fertile polline nelle verdi aree spiritualiste planetarie, coinvolgendo percentuali non trascurabili di simpatizzanti e seguaci in ogni campo della vita sociale, dalla cultura alla musica, all’arte, all’intrattenimento e allo spettacolo, fino a lambire alcune zone franche della scienza, evidenziando un’attenzione straordinaria nei confronti dell’ignoto e delle problematiche dell’anima, e una sete altrettanto rilevante di risposte agli eterni quesiti dell’umanità.
E fin qui potrebbe sembrare quasi un remake delle fiabe di “Cenerentola” o della “Bella addormentata nel bosco”… E in effetti, come in ogni favola che si rispetti, compare a un certo momento l’immancabile incursione di una componente oscura, l’ombra maligna di un “ma”…