ERMETISMO KREMMERZIANO
e TRADIZIONE ESOTERICA
IL TEMPIO DI SALOMONE
Ristampa integrale dell'edizione originale del
1947
a cura di Pier Luca Pierini R.
Edizione numerata, di 128 pagine, con illustrazioni.
Euro 23,00
Oltre questo pregevole volume, scrisse "Il Maestro Giuliano Kremmerz - L'Uomo, la Missione, l'Opera"[2] , il primo interessantissimo studio biografico, redatto nel 1947 [3] ma rimasto purtroppo inedito fino al 1985, il cui valore effettivo, spesso ingiustamente misconosciuto soprattutto da chi ha sempre dimostrato un sospetto disinteresse per circostanze particolari ed elementi caratteriali "troppo umani" dell'ermetista di Portici, è stato progressivamente e ampiamente confermato nel tempo da una serie di critiche positive e riconoscimenti oggettivi, che gli hanno restituito il giusto ruolo di valido e imprescindibile punto di riferimento per ogni seria ricerca o citazione di carattere storiografico.
Scrisse inoltre interessanti articoli sulle riviste kremmerziane "La Fenice" e "Ibis"[4] degli anni 1949 e 1950 e collaborò attivamente, con il reperimento (difficilissimo per l'epoca), l'adattamento e la composizione di tutte le opere originali, alla realizzazione della monumentale "Opera Omnia"del Kremmerz, assieme a Carlo Coraggia (Lehahiah)[5] Mario Parascandolo (Hahaiah), edita dalla CEUR di Roma in tre volumi, dal 1954 al 1957.
Nato il 21 febbraio 1890, l'Anglisani fu iscritto alla "Fratellanza di Miriam" da Domenico Lombardi (Benno) nel 1921 a Napoli, con numero e astralità 72 s e, successivamente con il nome iniziatico di Hariel, svolgendo, soprattutto dagli anni '40 in poi del secolo passato un ruolo di primo piano nelle vicende più significative di quell'ermetismo postkremmerziano contemporaneo e successivo alla presa di posizione dello stesso Lombardi nel 1947, alla creazione della Loggia Ankh di Roma, della C.E.U.R. e degli sviluppi che ne seguirono. Un ruolo che per motivi controversi, solo recentemente in parte chiariti, ufficialmente non è mai stato adeguatamente riconosciuto, né valorizzato come, a nostro avviso, avrebbe potuto e dovuto meritare, benché a ben guardare non mancassero i congrui presupposti. Tra i pochi che invece ne hanno convenientemente apprezzato e recuperato l'immagine e l'opera, vogliamo citare Piero Fenili e Ugo Cisaria, quest'ultimo profondo amico e discepolo dell'Anglisani, dal quale ebbe in eredità l'importante archivio privato comprendente libri e materiale prezioso dello stesso Kremmerz. Il Cisaria, nel suo libro "L'Ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz"[6] al quale, assieme a "L'Arcano degli Arcani"[7] di G.Maddalena-Capiferro e C.Guzzo, rimandiamo il Lettore che volesse approfondire l'analisi del personaggio, scrive:
L'Anglisani, n° 72 Mercuriano, eloquente e fecondo oratore e di buona penna, era dotato d'innate qualità virtuali del pensiero intelligente nella sua formale espressione descrittiva di concezione ermetica. In quel tempo aveva terminato di scrivere il libro, dotto e pregevole, "L'Ermetismo e la morale in rapporto alla tradizione esoterica", con lo pseudonimo di Nino D'Anglar, che userà poi in alcuni dei suoi articoli nella rivista Fenice ed Ibis, da lui voluta e diretta, pubblicato il 10 dicembre 1947 dalla Casa Ed. Hermes.
L'amico Piero Fenili, nell'introduzione alla stessa opera, sottolinea invece autorevolmente in questi termini l'importanza della sua figura:
(...) Tale personaggio era Arduino Anglisani, noto anche con il nome iniziatico di Hariel, sul quale Cisaria ci fornisce preziose informazioni. Cisaria ebbe la fortuna di beneficiare di un lungo rapporto di fratellanza ermetica con Anglisani, apporto che egli ha voluto degnamente celebrare mettendo a disposizione dei lettori una interessante documentazione riguardante questo personaggio, al quale è doveroso, anche da parte nostra, tributare tutto il rispetto che merita unitamente al rimpianto per non averlo avuto ai vertici della compagine ermetica in via di ricostituirsi.
Certamente, se Arduino Anglisani fosse stato al posto di altri personaggi, nel luogo e nel momento giusti, probabilmente gli eventi avrebbero preso una piega ben diversa e le discussioni che ancora oggi animano i commenti ai comportamenti e alle scelte dei vertici di quel periodo potrebbero essere di tuttaltro genere e fors'anche differente spessore. Ma la storia, si sa, non si fa con i "se" e con i "ma". Noi crediamo fermamente, comunque, che la ristampa di questo libro, frutto del serio lavoro di un ermetista realmente onesto, intelligente, tenace e modesto come poche altre personalità del medesimo consesso, possa contribuire a restituire almeno un raggio di integro sole, come un significante tassello di luce, al cielo tutt'oggi non troppo limpido del complesso mosaico kremmerziano.
[1]- E, potremmo aggiungere, pedissequamente appiattito sulla convinzione di un'ineluttabile impossibilità ad aggiungere alcunché di proprio, compresa la personale esperienza, a quanto già scritto dal Kremmerz
[2] - Ed. Rebis, Viareggio, 1985.
[3] - Compilato tra non poche difficoltà a soli diciassette anni dalla morte del Kremmerz, è circolato fino alla pubblicazione soltanto in forma dattiloscritta.
[4] - Ristampa integrale Ed Rebis, 1987.
[5] - Nel frontespizio dell'edizione originale è riportata a stampa la seguente dedica: "all'amico C.C. [Carlo Coraggia - ndc] a ricordo delle nostre conversazioni romane".
[6] - Ed.Rebis, 2008.
[7] - Ed. Rebis, 2004 e successive ristampe.
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