Edizioni Rebis, 2009, pp. 206, ill., € 28,00.

- Il Trattato teorico-pratico di Teodoro Nadasti nel quale con distinzione e chiarezza si narra del Secreto, o sia Medicina Universale dei Metalli Imperfetti che tanto hanno occultato gli altri Filosofi - 1718- La Esposizione di Geber Filosofo nella quale si dichiarano molti nobilissimi Secreti della Natura - 1562 

Dall'introduzione di Paolo Perugini:

"E' davvero difficile presentare un libro di questa portata; questi Trattati sulla Teorìa e Pratica alchemica, di Teodoro Nadasti, sono talmente comprensibili, anche nelle citazioni in latino, da escludere qualsiasi traduzione e aggiunta.

L'Opera fu stampata nel 1718, e la presente può quindi considerarsi la prima edizione moderna. L'unica variante apportata all'originale è stata una omologazione della grafia settecentesca a quella contemporanea, senza modernizzare o parafrasare il testo. Oltre a questo sono state corrette le parole rilevate errate, segnalate direttamente dall'Autore sulla stampa originale tramite una «Errata Sic Corrige», in finale della quale scriveva: «Gli altri errori di lettere, virgole, punti, accenti de' quali ve ne sono molti, si lasciano al giudizio del discreto Lettore».

Come curatore devo scrivere qualche riga di introduzione all'argomento trattato, la Medicina Aurea: è un compito, questo, cui non posso sottrarmi. Come è possibile, tuttavia, non essere ripetitivo, con tutte le prefazioni generali e particolari in materia? Come scrivere qualcosa di diverso e magari con parole nuove che sembrino mie?

Tutto fresco, è impossibile: l'Arte Regia è nata col Mondo. Rivestire con abiti nuovi le citazioni dei Trattatori di questa Technia, come li chiama il nostro Nadasti, non lo posso fare; oltre che scorretto, sarebbe in netto contrasto coi loro insegnamenti: non dicono sempre, infatti, di denudare?"

 

Dalle recensioni:

Mettere a nudo i meravigliosi Segreti della Natura e attualizzare con sagacia l'ottenimento, prima spirituale e poi materiale, dell'Opus Magnum: sono questi, i tratti distintivi di due opere alchemiche, tra l'altro sconosciute ai più, riunite con la solita bravura dai tipi della Rebis. (Alessandro - 9 dicembre 2015)

 

 

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