Recensione dell'opera di Gabriele La Porta "Dizionario dell'Inconscio e della Magia"
“DIZIONARIO DELL’INCONSCIO E DELLA MAGIA”
di Gabriele La Porta
Questo libro è per gli indagatori del Mistero, della Notte, dell’Inconscio,
dei fuoriusciti, dei reietti, dei respinti, degli esclusi, dei portatori
d’Anima, dei veggenti, degli incantati e degli incantatori, degli estatici,
dei visionari, dei ricercatori inesausti, dei pontieri tra la filosofia
ermetica e l’analisi del profondo junghiana.
Inoltre è dedicato a chi ama e a chi si lascia amare. A chi non mette gli
steccati, a chi non esclude e non preclude, ai dialoganti, ai sussurranti,
agli abbandonati, ai malinconici, ai nostalgici della Sophia. A chi
avverte il richiamo dell’abisso conoscitivo.
Ai Folgorati.
Perché una riottosità ottenebrata da anni vieta l’incontro tra la conoscenza
di Hermes, detta anche Magia, e la via conoscitiva indicata
da Jung, penetrante l’Alchimia, la Magia Naturalis umanistica e
rinascimentale e l’Immaginazione Creativa di Ibn Arabi e Giordano
Bruno.
Non a caso la psicoterapeuta Ginette Paris scrive: «Ho un’ammirazione
incrollabile per la scienza e gli scienziati e un forte interesse per
le neuroscienze, ma penso anche che più si progredirà nelle neuroscienze,
più si avrà bisogno, parallelamente, di sviluppare una saggezza
psicologica… risulta evidente che la psicologia del profondo
perde ogni valore se si mette in competizione con le psicologie
scientifiche… cercherò di dimostrare il vantaggio che ha la psicologia
del profondo a ritornare nell’ambito umanistico, a finirla con la
sua imitazione pietosa del metodo scientifico e a diventare quella
che è davvero, una ricerca di saggezza che bisogna sviluppare oggi
nelle società opulente, in cui la miseria psicologica è in crescita ful-
minea.». Per non parlare della tristezza che avviluppa chiunque osservi
quei disgraziati curati per mali d’Anima con pillole e farmaci
devastanti. Perché lo scientismo lasciato da solo, senza l’aiuto dell’Umanesimo
del profondo, assomiglia sempre più a quell’umanità citata
da Euripide nell’Alcesti. Un mondo di uomini privi di Femminile, dediti
esclusivamente alla sopraffazione e all’annientamento di tutti i
divergenti. Lo scientismo sfrenato è capace di togliere ogni poesia
nell’Universo in nome di un rigore assoluto che spande tanfo di prigionia.
Questo invece è il tempo degli aperti di Cuore e Ratio che vadano nelle
profondità di Psiche con la bacchetta di Hermes e la giocosità ridente
di Paracelso. Ora è il momento del rispetto, di Mnemosyne e
dell’accettazione degli antichi sapienti come i massimi conoscitori
dell’Inconscio e delle sue creature. Sogni, e poi più in giù Simboli, e
ancora più nel profondo Archetipi nella loro vera veste.
Quella degli Dèi.
Quindi abbandonare la riottosità accecante che nega valore alla dolcezza
intendendola come sessista e di segno inferiore alla durezza
maschile.
Lasciare la puntigliosità schizoide che considera la tecnica come un
fine e non come un mezzo.
Avvertire il bisogno di tenerezza come un’Emozione che si dona tra
persone libere e mature.
Concepire tutto il creato come portatore di Anima.
Liquefarsi rispetto agli incanti.
Rinascere rispetto agli incanti.
Morire d’incanti.
La strada della psicologia del profondo e quella della filosofia Ermetica
è quella di Sophia e non prevede tecniche disumanizzanti e castratrici.
Bensì un profondo stato di compassione per l’altro e di aprioristico
perdono.
Accettare che l’opposto della paura non sia mai più il coraggio, ma solo
Amore.
Lacerare ogni corazza e lasciare il Cuore aperto alla Meraviglia.
Sentire vicini tutte le donne e gli uomini che sono stati, sono e saranno
e ringraziare i Maestri Invisibili.
Vedere un Simposio che ospiti Plotino, Campanella, Giuliano il Grande
detto l’Apostata, Giamblico, gli gnostici, gli alchimisti, Giuliano Kremmerz e tutti i fedeli d’Amore, e ancora Giordano Bruno e Ibn
Arabi e avvertire la loro presenza nell’interiorità.
E infine, pregare per tutti i torturati e i bruciati in nome di un’ortodossia
idolatrante il letteralismo agghiacciante.
Lasciare la strada, trovare la strada, avvertire la presenza millenaria
dei compagni di viaggio.
Sperare.
(Tratto dall’Introduzione al libro di Gabriele La Porta, “DIZIONARIO DELL’INCONSCIO E DELLA MAGIA”, Sperling & Kupfer Ed., 2008, pp. 240)
Non vorrei rischiare di ripetermi, parlando di un “antico” e caro Amico come Gabriele. Mi preme sottolineare che al di là della particolare e attenta fascia di pubblico che segue i suoi originali e intelligenti programmi - gli unici delle varie reti non condizionati dalle onnipresenti mannaie dell’audience - che tra l’altro lo vedono impegnato in prima linea per la causa animalista, ogni onesto ermetista e ogni serio appassionato di dottrine esoteriche dovrebbe essergli estremamente grato. C’è bisogno di spiegare perché? Sicuramente no. Ma si pensi, anzi, si rifletta bene sulla netta importanza delle sue parole e dei suoi interventi, sempre profondi, mirati e precisi, o come vorrebbe si dicesse, dei messaggi di quell’Hermes luminoso del quale si rende “solo” interprete…Di quelle perle di umana e divina saggezza che garbatamente, con estrema sensibilità, traduce e propone in un linguaggio familiare comprensibile a tutti e lontanissimo dalla volgare aggressività televisiva oggi imperante. Si pensi che è soltanto grazie alla sua “anima” nobile, generosa e coraggiosa, se ogni tanto, di notte, quando l’intima realtà interiore riesce più facilmente a sottrarsi ai vincoli, alle distrazioni e alle soverchianti illusioni di un quotidiano anestetizzante, è possibile sentire e percepire le idee e gli insegnamenti dei “maestri invisibili”, dei maestri dello spirito. Pensieri che fanno meditare. Pensieri che nascono da una estesa conoscenza diretta delle delicate materie che affronta con amore, spesso improvvisando e comunque sempre fuori dagli schemi dei copioni imposti, e da un vissuto personale intenso e autentico. Di autentico iniziato. Come solo un vero e sincero filosofo ermetico qual è, riesce ad esprimere e, soprattutto, comunicare. Con lo stesso sorriso benevolo e ammiccante dell’arcano amico Hermes e l’entusiasmo senza tempo che scaturisce spontaneo dalla sua grande e genuina umanità.
Questo suo nuovo, prezioso libro che consiglio vivamente a tutti i nostri amici Lettori, frutto ponderoso di una lunga e meticolosissima ricerca in ogni settore del sapere iniziatico, ermetico, magico, spirituale ed esoterico (ma non solo), ne è la migliore conferma.
Pier Luca Pierini
(Tratto da Elixir n. 7, con il permesso delle Edizioni Rebis)