POLITICA ROMANA – 10/2018 – Associazione di Studi Tradizionali “Senatus” – c/o Senatus, c.p. 10, 55100 Ponte San Pietro (Lucca), in 8°, pp. 128, € 14,00.
È finalmente uscito l’attesissimo ultimo numero della nota e apprezzata rivista “Politica Romana”, diretta da molti anni dall’esimio ermetista Piero Fenili. In questa importante rassegna di scritti di notevole livello culturale, probabilmente l’ultimo anello di una collana che rimarrà un punto di riferimento di tutto riguardo nell’esoterismo italiano e non solo, sono presenti le seguenti monografie:
“Guelfi e Ghibellini: un destino italiano. Considerazioni conclusive”, di Piero Fenili
“La ‘nefandezza del 1915-18’ nel nefando racconto di Gilberto Oneto”, di Sandro Consolato
“Alcune considerazioni sul concetto di ‘purità’ come principio metafisico e via al perfezionamento”, di Ivan Dalla Rosa
“La Roma Arcana”, di Riccardo Donato
“Il Lar Victor e la sublimazione dei Mani: i Numina nella Sapienza Ermetica Romana”, di Luca Valentini
“Sul contributo di Nizza all’Unità della Patria Italiana”, di Achille Ragazzoni
“Spiritus Romae. Spiritualità ed escatologia dell’ideale romano”, di Giuseppe M.D. Barbera
Degni assolutamente di attenzione, a nostro avviso, in particolare gli articoli del Dalla Rosa, di Donato, di Valentini, di Barbera e, per certi aspetti – alcuni in parte condivisibili, altri meno e comunque stimolanti e utili per possibili sviluppi e approfondite riflessioni – del Fenili. Apprezzabili, ma forse lontani dallo spirito “ermetico” della rivista i contributi di Consolato e Ragazzoni. Tuttavia riteniamo che questo decimo numero potrà suscitare un ragguardevole interesse e un ampio consenso, non meno certamente dei numeri precedenti di “Politica Romana”.
Proponiamo il “commiato” finale dell’articolo di Piero Fenili:
“E con questo richiamo all’insostituibile magistero di Dante e di Virgilio si conclude la serie dei Quaderni di Politica Romana con un unico grande rammarico per il fatto che in essa non abbia potuto proseguire la sua opera aristocratica e sapiente colui che la volle come antidoto efficace nei confronti dell’errore e dell’ingiustizia scatenati in quella che sembra ormai davvero doversi qualificare come Età oscura.
Mi riferisco al non mai bastevolmente rimpianto conte Marco Baistrocchi. Ci basti l’orgoglio di avere contribuito a ridestare negli italiano l’inestinguibile fiammella che ci pare l’unico campanelliano lume che possa guidarli in questa nostra Età oscura.
Non disperiamo: molti indizi ci rassicurano sul fatto che vi sono ancora anime desiderose di rispondere con le idee e con l’esempio al richiamo vivificante della Sapienza che scaturisce dal dantesco Amor che muove il sole e le altre stelle”.
È vero, indubbiamente grazie a Dio vi sono ancora anime desiderose di rispondere con le idee e con l’esempio al richiamo vivificante della Sapienza. Poche in verità, ma ci sono in effetti. Isolate, o affiliate ad altrettanto rarissimi sodalizi iniziatici seri, lontani dai clamori della “pubblicità”. Purtroppo è altrettanto vero che l’Età oscura ha affondato i suoi artigli corrotti e malvagi anche e perfino all’interno di alcune strutture che dovrebbero e vorrebbero costituirsi a guida e paradigma delle verità sapienziali, millantando regolarità, ortodossie e continuità di pura fantasia e ingannando coscientemente chi in esse cerca la risposta alla propria sete di Sapienza. Speriamo che l'onestà e la luce prevalgano, che questa invereconda realtà abbia fine e che, come la saggezza orientale insegna, l’oscurità più profonda preluda la certezza di una prossima alba.