Ignis Mavortis è vedere con la pupilla dell’aquila le nubi minacciose all’orizzonte e non prendere il volo quando gli altri lo fanno.
Ignis Mavortis è colloquiare con la propria ombra. Se il sole splende alto e dentro te la tua ombra non ti tradirà mai.
Ignis Mavortis è saper riporre la spada della lingua nel fodero del silenzio e far parlare i soli fatti.
Ignis Mavortis è rifiutare una giornata di pioggia quando gli altri la subiscono passivamente.
Ignis Mavortis è ispirarsi al girifalco; egli vive per il volo di un giorno e non per i giorni del volo.
Ignis Mavortis è non accettare l’arroganza degli imbecilli, il compromesso della ruggine che corrode il miglior acciaio temperato.
Ignis Mavortis è covare sotto la cenere la brace ardente per il ferro, metallo che, primo tra gli altri, ti porta all’oro.
Ignis Mavortis è il mostrare alto le insegne e lo scudo con le pezze d’onore della tua secreta dignità.
Ignis Mavortis è saper cavalcare tutto il giorno con la Gran Consolatrice avvinta al tuo dorso.
Se tutto ciò non ti è estraneo, se tutto questo è carne della tua carne, non puoi non ricordare di appartenere ad una razza antica, nota per l’ardore della conoscenza, che ha combattuto il tempo spingendosi verso i confini del mare della tenebre dove attende al silenzio della Luce Ineffabile, a quell’Olimpo che germoglia solo all’ombra della spade.
“HERae CULtor ESsentiae…Varrone afferma, che chiunque si portava valorosamente in qualche honorato e virtuoso fatto, quegli era nomato col famoso nome d’Hercole…è proprio del magico Heroe nostro, vero, e non punto favoloso, o finto Hercole” (Cesare della Riviera, Il Mondo Magico de gli Heroi).
Generale Decio Palmato Severo
Fraternitatis Mavortis Ultoris
(Tratto da ereticamente.net)